Ieri [14 luglio] pomeriggio alcuni migranti che da settimane dormono sotto le stelle – e la pioggia – hanno deciso di riprendersi da soli una minima parte di ciò che gli spetta, cioè almeno quel telo sulla testa che l’anno scorso a Guantanamò li riparava dalle intemperie. Non sono pochi i casi che abbiamo conosciuto direttamente, di chi in queste settimane si è ammalato, a furia di essere svegliato da piogge battenti in un clima spesso autunnale. “Quest’anno è peggio dell’anno scorso”, “L’anno scorso eravamo più di 600 e lo sapevano, adesso con questo campo permettono solo a 200 di avere un posto dove dormire e noi?”. Così, i più determinati hanno iniziato a rimuovere i cartelli di divieto di campeggio ed i sigilli anti-bivacco che recingono il viale di fronte al campo caritas – dove l’anno scorso si estendeva Guantanamò – determinati ad accamparsi lì.
Immediato è stato l’arrivo delle forze dell’ordine che, insieme al sindaco e ad altri attori preposti alla “governance” dell’emergenza migranti, hanno represso sul nascere l’iniziativa autonoma dei migranti e sedato le proteste con le solite modalità subdole. L’obiettivo era infatti semplicemente quello di placare gli animi ed uscire da una situazione “ingovernabile”, per cui al sindaco è bastato far uscire dal cilindro una nuova promessa. Se, in seguito alle proteste di qualche settimana fa, i riottosi erano stati “addomesticati” con la proposta di trasferirne dieci al campo di savigliano, questa volta le istituzioni hanno promesso di trovare altre tende per i senzatetto.
L’obiettivo è evidentemente quello di evitare la presenza di accampamenti incontrollati al di fuori del perimetro del campo caritas, il quale viene così strumentalizzato dalle istituzioni, che intendono farne un vero e proprio spazio di contenimento, non di accoglienza. Non importa che già adesso più del doppio delle persone vivano ammassate in uno spazio adibito ad ospitarne la metà: finchè stanno lì dentro, non sono visibili e non fanno casino, tutto a posto.
Se si troveranno risposte-tampone (cioè tende) sufficienti per le oltre 200 persone “in eccesso”, più quelle che ogni giorno continuano ad arrivare, e se sarà percorribile il disegno di ammassarle tutte entro uno spazio recintato, sarà tutto da vedere. Per ora, l’obiettivo delle istituzioni è stato raggiunto: l’iniziativa autonoma dei migranti è stata fermata, le persone sono rientrate nel campo, a dormire sotto le stelle e la pioggia, al Foro Boario è tornato il silenzio. Ma la calma apparente fino a quando proseguirà?