Venerdi 31 ottobre 2014 sono state notificate tre denunce ad attivisti del comitato Caicocci Terra Sociale, che da circa un anno si sta mobilitando e prendendo cura dei casali e delle terre di Caicocci, di proprietà regionale e in sofferto stato d’abbandono. Mandante la stessa Regione Umbria, che chiede anche un risarcimento danni (?) e la restituzione della proprietà (per poter poi operarne la valorizzazione, cioè la vendita).
In merito alle denunce, come Comitato facciamo presente che a portare avanti la custodia sociale sono state decine di cittadine e cittadini e chi si trovava a Caicocci durante le identificazioni lo faceva su mandato collettivo di un’assemblea.
La nostra presenza a Caicocci ha sensibilmente diminuito la rapina e il vandalismo contro i casali e gli arredi. Ha cercato, dove possibile, di ridare vita produttiva a qualche pezzo di terra, di recuperare e curare alberi e strutture, di ragionare collettivamente sull’uso sociale e agricolo di quello che è un grande bene comune. Chi dovrebbe chiedere i danni? A chi dovrebbero essere chiesti i danni? A chi ha lasciato in stato di abbandono un patrimonio pubblico o chi , dal basso e con i suoi limiti, ha cercato di prendersene cura?
Il Comitato ci tiene a precisare anche che, contrariamente a quanto scritto nelle denunce della Regione Umbria, a Caicocci non sono state commesse azioni né violente né clandestine. Abbiamo sempre fatto tutto pubblicamente, spesso con partecipazione popolare.
Caicocci Terra Sociale rivendica l’uso delle terre demaniali per finalità sociali e per la costruzione della sovranità alimentare dei territori. Rivendica anche la gestione popolare e collettiva di tali beni, tenuto conto del fallimento della classe politica che ha condannato questi beni comuni all’abbandono o alla vendita.
Il Comitato ha sempre agito nella sostanziale attuazione dell’art 118 della Costituzione che prevede il principio di Sussidiarietà con cui i cittadini partecipano alle scelte delle Amministrazioni locali che ricordiamo “gestiscono” il territorio nazionale ma non ne sono proprietarie, il proprietario è il Popolo.
Noi crediamo nella salvaguardia del Patrimonio ambientale, agricolo e immobiliare come unica risorsa per la creazione di nuovi posti di lavoro
Noi crediamo che un Ente pubblico che abbandona o vende dei Beni Comuni tradisce il proprio mandato Costituzionale.
Per ribadire il nostro No alla vendita di Caicocci e alla repressione, convochiamo tutte e tutti il 25 novembre davanti al Tribunale Civile di Perugia. In questi giorni comunicheremo anche altre iniziative
Caicocci siamo tanti
Le lotte per Caicocci e per la Terra non si reprimono
Caicocci non si vende, si vive e si difende
expand_less