Solidarietà allo sciopero dei lavoratori della logistica
La Rete Campagne in Lotta esprime massima solidarietà a tutti i lavoratori del settore dei trasporti e della logistica, da anni in lotta, e sostiene lo sciopero nazionale del 15 maggio!
Il 15 maggio, per la seconda volta in pochi mesi, in diverse città italiane (Milano, Verona, Bologna, Padova, Piacenza e Roma) i lavoratori sfruttati del settore trasporti e logistica bloccheranno la produzione per dire ancora basta! Basta a paghe ridicole di 750/900 euro al mese, ai contratti precari, alla privazione degli istituti previdenziali, all’impossibilità di ottenere scatti di anzianità, e al caporalato selvaggio e legalizzato delle cooperative!
Queste modalità di lavoro estremamente sfruttate e frammentate, presenti nei poli della logistica delle città, sono simili a quelle che incontriamo nelle campagne di questo paese. Il settore logistico, inoltre, è la chiave di volta di un sistema di profitto basato sull’iper-sfruttamento, nelle campagne come nei magazzini: è la grande distribuzione, infatti, ad imporre i prezzi di acquisto dei prodotti ortofrutticoli, in un gioco al ribasso nel quale i costi vengono scaricati sull’ultimo anello della catena, i braccianti. Il lavoro della Rete da diversi anni è concentrato a rompere l’isolamento lavorativo ed abitativo dei braccianti – in particolare stranieri – sostenendo le loro lotte e forme di auto-organizzazione, e anche per questo sosteniamo e ci identifichiamo nella lunga battaglia dei lavoratori del settore della logistica.
Nelle città come nelle campagne i lavoratori – autoctoni e non – lottano da anni per difendere le minime garanzie contrattuali e salariali, che sono state attaccate e smantellate nel corso degli ultimi 15 anni, in Italia, in Europa e dovunque, anche grazie alle leggi razziste che disciplinano l’immigrazione.
Sosteniamo e viviamo dentro queste lotte ogni giorno, con la volontà e l’obbiettivo di trasformare la solidarietà tra le numerose mobilitazioni e vertenze, in corso in diversi luoghi di lavoro, in una vera e propria ricomposizione dei lavoratori tutti, attraverso pratiche di auto-organizzazione e rivendicazione diretta, necessarie per cambiare lo stato di cose presenti.