Piattaforma Immigrazione: appello di presentazione e discussione
Negli ultimi anni l’inasprirsi della crisi ha legittimato i governi di tutta Europa ad utilizzare misure repressive sempre più stringenti nei confronti delle classi meno abbienti. Questo è avvenuto nel mondo del lavoro e dei diritti sociali (casa, servizi, welfare in generale). All’ interno di questo quadro, assistiamo ad una pesante avanzata dei movimenti xenofobi e reazionari, in Italia così come nel resto d’Europa. Far credere che il problema della povertà a cui siamo costretti sia “l’immigrato” è frutto di una precisa strategia, costruita attorno a dati e notizie manipolati ad arte per creare ad hoc il mostro, distogliendo l’attenzione dalle manovre di macelleria sociale.
Il problema dell’ immigrazione esiste, ma è totalmente capovolto rispetto alle logiche padronali. Guerre e forme di espropriazione e dominazione economico-finanziaria del paesi imperialisti favoriscono l’esodo di milioni di persone, le quali ingrossano i flussi verso l’Europa, e più in generale verso i paesi a capitalismo avanzato, che hanno durata pluridecennale, per cercare possibilità economiche e di vita inesistenti in patria.
A questa criminalizzazione costante, i movimenti sociali hanno spesso risposto alleandosi con gli immigrati, presenti all’interno di numerosi percorsi di lotta. Ad oggi, in Italia gran parte delle battaglie condotte sui più disparati fronti è caratterizzata da una forte componente immigrata. In alcuni casi (come i movimenti di lotta per la casa, le lotte dei facchini della logistica o dei braccianti agricoli), questa stessa componente è preponderante, caratterizzando spesso con una forte radicalità le lotte di cui è protagonista.
Chiunque porti avanti la lotta su questi fronti negli ultimi anni ha potuto sperimentare direttamente la forte stretta repressiva e restrittiva che la macchina di governo ha messo in campo contro gli immigrati, soprattutto attaccando il diritto alla mobilità e le possibilità di ottenimento e rinnovo dei documenti. All’apparato legislativo, già fortemente discriminatorio e cosparso di ostacoli burocratici, si sommano l’aumento di tutte le tasse per l’ottenimento dei documenti e i costanti, strutturali abusi amministrativi in tutto il paese: dalle questure che richiedono documentazione non necessaria per il rinnovo dei permessi di soggiorno agli uffici anagrafe dei comuni che non rilasciano i certificati di residenza, al mancato rispetto dei contratti di lavoro. Se aggiungiamo a questo quadro l’attacco previsto dall’articolo 5 del cosiddetto ‘piano casa’, che sancisce l’impossibilità di ottenere la residenza in strutture occupate, risulta evidente come gran parte dei movimenti oggi si trova di fronte alla necessità di una battaglia contro una macchina amministrativa che crea forme di discriminazione sempre più acute.
Esistono numerosi esempi di battaglie e mobilitazioni che negli ultimi anni, ma anche più recentemente in questi mesi e settimane, sono riuscite a scardinare gli ostruzionismi dell’apparato di governo, conquistando permessi di soggiorno, residenze, e migliorando oggettivamente la condizione dei soggetti colpiti da queste misure. Riconosciamo come fondamentale questo obiettivo a breve termine, in quanto al momento la mancanza dei documenti costituisce un pesante ostacolo al progredire dei percorsi di lotta. Allo stesso tempo combattere contro questa condizione, sia per chi si trova in Italia da numerosi anni e deve costantemente ovviare all’assenza del permesso, che per chi è arrivato da poco e si vede respingere nella stragrande maggioranza dei casi le proprie richieste di protezione internazionale, permetterebbe un immediato miglioramento delle condizioni di vita. D’altra parte, è evidente che si tratta di obiettivi intermedi, di passaggi volti al progressivo smantellamento di leggi e pratiche funzionali al controllo e alla frammentazione del corpo sociale.
Facciamo appello a tutti quei soggetti e percorsi di lotta che in vari modi sono schiacciati dalla macchina amministrativa e di governo a mettere in piedi una piattaforma unitaria riguardo i documenti come dispositivi di discriminazione. Una battaglia trasversale per la quale siamo disponibili a confronti e discussioni in merito alle proposte che abbiamo messo in campo, convinti che l’unità delle lotte sia, in questa battaglia come in ogni altra, fondamentale per l’ottenimento di vittorie immediate. Condividiamo a questo link una riflessione più profonda su cosa ci ha mosso a lanciare questa battaglia, insieme ad una proposta di piattaforma che siamo pronti a discutere con tutti coloro i quali hanno intenzione di misurarsi su questo piano rivendicativo.
Aspettiamo una risposta per convocare una prima riunione nazionale, anticipata preliminarmente da riunioni territoriali dove questi ragionamenti e convergenze sono già attivi, convinti che la necessità espressa in queste poche righe sia condivisa da numerosi soggetti, e che è arrivato il momento di unire le forze su questo fronte.
Rete Campagne in Lotta/ Sindacato Intercategoriale Cobas