FOGGIA, 26 SETTEMBRE: CORTEO!
CASA! CONTRATTI! DOCUMENTI!
Siamo un gruppo di lavoratori e lavoratrici auto-organizzati, che vivono e lavorano in Capitanata, costretti a condizioni di sfruttamento ed emarginazione socio-abitativa. Abbiamo deciso di auto-rappresentarci e portare avanti le nostre rivendicazioni.
Abbiamo chiesto ed ottenuto degli incontri con la Regione Puglia (29 agosto) e la Prefettura di Foggia (5 settembre), in merito ad una serie di questioni riguardanti i documenti, il lavoro e la casa. Vista la scarsa disponibilità ad un reale impegno da parte delle istituzioni, nonostante i proclami e le promesse, riteniamo che sia necessario continuare a far sentire la nostra voce.
Per questo, con il sostegno di altri lavoratori e lavoratrici precari/e provenienti da altri settori e da altre parti d’Italia, lanciamo una giornata di mobilitazione per il 26 settembre nella città di Foggia. La nostra lotta unisce precarie e precari italiani e stranieri, nella consapevolezza che soltanto superando le barriere che ci dividono potremo conquistare più diritti per tutti, e che lo sfruttamento di alcune categorie di lavoratori ricade su tutte e tutti noi.
Con questa manifestazione, intendiamo portare nuovamente all’attenzione delle autorità competenti le nostre richieste concrete ed urgenti:
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La possibilità di accedere all’iscrizione anagrafica per i senza fissa dimora (prassi prevista dalla legge, ma applicata in pochissimi comuni italiani) e ottenere la RESIDENZA, requisito fondamentale per rinnovare il permesso di soggiorno e che ad oggi ci viene negata, rendendoci irregolari e dunque ancora più ricattabili.
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Il rispetto da parte della Questura di Foggia dei termini di legge per il rilascio ed il rinnovo delle diverse tipologie di permesso di soggiorno, e la cessazione da parte della Questura stessa di richieste del tutto arbitrarie che contribuiscono a creare irregolarità.
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Controlli effettivi e trasparenti sulle aziende, e garanzie per la tutela dei lavoratori, dal momento che quasi la totalità di noi lavora in modo irregolare, senza effettivo contratto e previdenza, e a paghe infime – soprattutto nel settore agricolo.
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La garanzia di trasporti verso i luoghi di lavoro, che possano eliminare l’intermediazione dei caporali.
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La possibilità di vivere nei centri urbani e avere accesso ad abitazioni normali, rifiutando soluzioni che rispondono a logiche di ghettizzazione.