Borgo Mezzanone (FG): basta prese in giro. Vogliamo risposte sull’acqua subito!
Ieri un gruppo di abitanti del ghetto di Borgo Mezzanone ha protestato davanti ai cancelli del centro di accoglienza per pretendere soluzioni immediate alla mancanza di acqua sulla pista. Da mesi ormai, come è stato denunciato più volte, i rubinetti dell’acqua corrente che servivano l’insediamento sono asciutti, probabilmente per via di un guasto all’impianto, e la fornitura di acqua nelle taniche da parte dell’Acquedotto Pugliese (quindi della Regione) non è affatto sufficiente. La protesta ha fatto sì che i militari che sorvegliano l’area del CARA e dell’adiacente campo container allertassero la direzione, che a sua volta si è “premurata” di avvisare la questura, trattando la questione come un problema di ordine pubblico. Un responsabile dell’Acquedotto pugliese è finalmente intervenuto dopo ulteriori solleciti, ma l’unica iniziativa concreta è stato un sopralluogo per constatare lo stato delle taniche, che venivano finalmente riempite dopo due giorni, mentre gli/le abitanti hanno chiesto di sollecitare la Prefettura e la Regione per risposte immediate. Davanti ai tentativi dei funzionari di scaricare le responsabilità, i e le dirette interessate si rivolgono direttamente alla Regione Puglia e alla Prefettura di Foggia per chiedere:
– che vengano riparate le tubature che servivano l’approvvigionamento ghetto così da permettere agli/alle abitanti di usufruire dell’acqua corrente come è stato fino a settembre;
– che, mentre si lavora per questa riparazione, vengano riempite tutte le taniche ogni giorno, e non saltuariamente, e che sia apra il cancello che consente l’accesso più rapido all’unico punto nel campo container dove le persone possono ad oggi approvvigionarsi, evitando di percorrere molta strada
La situazione deve essere risolta al più presto e la prefettura deve assumersi la responsabilità di dare risposte chiare a chi lavora nel comparto agricolo di questa zona, mantenendo di fatto in piedi uno dei settori principali della sua economia. Non dimentichiamo che il comune di Manfredonia, da cui dipende il territorio della pista, ha ricevuto 56 milioni di euro – stanziati con i fondi PNRR proprio per migliorare la situazione abitativa dei lavoratori agricoli che vivono nel ghetto di Borgo Mezzanone – ma ad oggi non c’è alcuna notizia di come e quando questi soldi verranno spesi, né della regolarizzazione necessaria per superare la condizione di segregazione ed estrema precarietà abitativa. Peraltro, l’avvicendamento del dirigente dell’ufficio immigrazione della questura di Foggia sembra coincidere con un’ulteriore stretta nella gestione delle pratiche di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, nonostante le rassicurazioni dei funzionari presenti ieri. È inaccettabile essere trattati così, qui come a Borgo Tre Titoli, dove il comune di Cerignola, dopo mesi di insistenza, rimanda di settimana in settimana l’intervento per installare le taniche nella parte dell’insediamento che ne è sprovvista.
Le politiche di ghettizzazione e i tentativi di controllo poliziesco e militare di chi è soggetto al razzismo di stato, d’altra parte, sono operazioni note a tutte le latitudini, come ci ricorda in maniera estrema e brutale l’azione di Israele a Gaza e nel resto della Palestina occupata. La nostra lotta è la stessa, perché gli stessi sono i nostri nemici. Nel giorno in cui in tutto il mondo migliaia di persone hanno scioperato come segno di vicinanza e sostegno alla resistenza della popolazione palestinese, che da 75 anni sperimenta sulla propria pelle la violenza del colonialismo, del genocidio e della segregazione, non possiamo che lottare fianco a fianco.
In Palestina come in Italia e ovunque nel mondo, nessun deve vivere in un campo, sottoposto ad un regime di guerra e oppressione.
Vogliamo documenti, case, acqua per tutti/e subito!