Rosarno, 12 marzo 2015 

Questa mattina come lavoratori immigrati delle campagne abbiamo sfilato per le strade di Rosarno, distribuendo un volantino in cui si chiede agli abitanti della città di lottare insieme per il territorio, sottolineando il nostro contributo all’economia ed alla società locali. Una delegazione di otto lavoratori, che vivono in città a Rosarno ma anche in diversi insediamenti della Piana di Gioia Tauro (tra cui il campo container di Contrada Testa dell’Acqua, la tendopoli di San Ferdinando, a Marotta e a Spina) ha incontrato il vice sindaco Carmelo Cannatà, l’assessore Franco Bonelli e il presidente del consiglio comunale Antonio Bottiglieri, alla presenza del capo dei Vigili Urbani Raffaele Naso, dell’Ispettore di Polizia Antonino Pirrottina e di due giornalisti. La delegazione ha esposto, ancora una volta, le condizioni di vita e di lavoro estremamente precarie in cui versa un gran numero di persone, ed ha chiesto ai rappresentanti istituzionali impegni concreti su alcune questioni specifiche:

  1. La possibilità di essere iscritti all’anagrafe, a fronte dell’assenza di regolari contratti d’affitto (ma pagando cifre esorbitanti rispetto alle condizioni degli immobili) o di abitazioni riconosciute come tali (vedi i casolari abbandonati). La mancata applicazione della normativa, che permetterebbe a chiunque di avere una residenza cosiddetta ‘fittizia’ perché senza fissa dimora, alimenta un mercato illegale di dichiarazioni di ospitalità per il quale gli immigrati arrivano a pagare anche 2 o 300 euro, e crea irregolarità nel soggiorno. Oltre a garantire l’accesso a diritti fondamentali come quello alla salute, la residenza è infatti spesso un requisito richiesto (arbitrariamente) dalle Questure per poter rinnovare il permesso di soggiorno. Negare la residenza significa quindi mettere le persone nella condizione di perdere qualsiasi diritto.

  2. Chiarimenti circa la gestione del campo container di Contrada Testa dell’Acqua, dove mancano spesso luce ed acqua e dove non esiste alcun tipo di manutenzione da parte dell’associazione Il Mio Amico Jonathan, incaricata dal Comune della gestione a fronte di una promessa di rimborso per una cifra indefinita (dal sito del Comune, risulta un affido diretto per 19000 euro). Già nel 2012 gli abitanti della prima tendopoli di San Ferdinando avevano denunciato gli abusi della suddetta associazione, che estorceva denaro dietro la promessa di documenti e di accesso al Villaggio della Solidarietà, tuttora incompiuto. Non si comprende pertanto la scelta di affidarsi nuovamente a questi soggetti.

  3. Proprio sul Villaggio della Solidarietà, i lavoratori hanno chiesto che il comune garantisse la consegna delle abitazioni entro l’inizio della prossima stagione a fronte della ripresa dei lavori per il completamento della struttura, sottolineando che se deve esserci un ente responsabile questo venga selezionato per le sue effettive competenze secondo procedure trasparenti.

In generale, è stato ribadito che i campi di cosiddetta accoglienza sono luoghi aberranti e non soluzioni dignitose, e che i costi per l’alloggio dei lavoratori stagionali dovrebbero essere sostenuti da chi trae profitto dal loro lavoro, nella fattispecie le Organizzazioni dei Produttori ed i consorzi (non tanto i piccoli produttori, che di queste organizzazioni sono a loro volta vittime). Il Comune di Rosarno si è impegnato a sollecitare un tavolo tecnico presso la Prefettura, alla presenza dei lavoratori stessi, che riunisca tutti i comuni della Piana di Gioia Tauro insieme alle associazioni di categoria dei produttori agricoli, affinché si possano risolvere i problemi legati alla casa e alla residenza.

Nonostante sia stato un piccolo corteo, è stato per noi un importante momento di confronto non solo e non tanto con le istituzioni locali, quanto con la cittadinanza. Crediamo nell’importanza di creare un fronte comune contro chi specula e trae profitto dal territorio!

 

Lavoratori Autorganizzati delle Campagne