ROSARNO CHIAMA, BISOGNA RISPONDERE!

APPELLO A SOSTEGNO DELLE LOTTE DI CHI LAVORA E VIVE NELLE CAMPAGNE ITALIANE

Nei prossimi giorni si assisterà all’ennesimo sgombero e deportazione di centinaia di immigrati che sono costretti a vivere nel più grande ghetto d’Italia, la tendopoli di San Ferdinando, che si trova vicino al comune di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria.
Purtroppo queste pratiche, portate avanti dallo Stato e dai governi, sono oramai diffuse in tutta Italia. Ma come si è arrivati a tutto questo? Nel corso degli anni le persone immigrate – ma non solo – sono state costrette sempre più a vivere ai margini, per via della crisi economica e per la totale assenza di una qualsiasi forma di sostegno, ma anche a causa di politiche di apartheid funzionali alla messa a profitto, e i ghetti nelle periferie delle città e in mezzo alle campagne sono diventati gli unici luoghi dove poter (soprav)vivere.
Allo stesso tempo, però, sono anni che gli abitanti di questi luoghi raccontano la folle condizione in cui li obbligano lo Stato italiano, l’Unione Europea e il sistema economico che questi sostengono. Reclamando a gran voce per le strade di mezza Italia quello di cui hanno bisogno per uscire davvero dai ghetti: prima di tutto avere accesso ai documenti (permesso di soggiorno, residenza e passaporto) che permetterebbe loro di andare altrove, in Italia e nel resto d’Europa. Così come la possibilità di lavorare regolarmente (considerando la paga e le condizioni) e di conseguenza di poter decidere di pagare un affitto o avere l’alloggio garantito dai datori di lavoro. Insomma bisogni comuni a molte persone, immigrate e italiane.
Ma fino ad oggi le istituzioni locali e nazionali non hanno voluto ascoltare. O meglio, qualche volta sono state costrette ad ascoltare per la forte pressione che veniva dalle lotte, ma ad oggi hanno deciso di mettere in pratica una sempre più dura repressione e lasciare ampio spazio alla corruzione. Infatti, soprattutto negli ultimi mesi, abbiamo letto, visto e ascoltato il seguente copione: le forze dell’ordine circondano questi luoghi per ore e/o giorni per isolare chi ci abita e attraverso l’esasperazione e la violenza (omicidi, incendi, inseguimenti, distacco dell’acqua e altro ancora) obbligano le persone – che spesso non hanno nessuna soluzione alternativa – a essere deportate in altri ghetti, sempre più direttamente sotto il controllo istituzionale. Si tratta di campi di lavoro ogni volta più simili ad un carcere: guardie all’ingresso, divieto di cucinare e di ricevere visite, permesso di soggiorno e contratto di lavoro obbligatori per avere accesso ad un posto letto, recinzioni…insomma luoghi in cui vige una disciplina sempre più rigida, in un contesto in cui le istituzioni mirano a legalizzare le ‘zone economiche speciali’ di fatto che già esistono in questo come in altri territori.
E questi sono gli stessi luoghi che quotidianamente finiscono sui giornali e su internet, dove si legge di un business da migliaia di euro, che coinvolge la politica, lo Stato, le cooperative che li gestiscono e numerosi “impresari” locali. Tanto per rendere l’idea lo stesso business che qualche anno fa ha travolto il comune di Roma con l’operazione Mafia Capitale, o il più recente scandalo che ha travolto il crotonese con la struttura a Isola Capo Rizzuto, così come il centro di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia!
In questo scenario, purtroppo sempre più familiare, ancora una volta saremo lì per rompere l’isolamento dato dall’impianto militare-umanitario portato avanti dallo Stato e dal terzo settore, che insieme sostengono il mantenimento di questi ghetti! Ancora una volta saremo a fianco di chi alza la testa e lotta! E invitiamo tutte e tutti a venire in Calabria, per dire basta ai campi di lavoro, allo sfruttamento, alla corruzione e alla violenza!
BASTA CAMPI!
CASA, TRASPORTI, CONTRATTI E DOCUMENTI PER CHI VIVE NELLE CAMPAGNE!
WE STILL NEED YES!

Per info e organizzazione:
campagneinlotta@gmail.com
facebook.com/comitato lavoratori della campagna
Tel. 3511033277