Nuovi incendi nei ghetti di stato: Ora basta!

Ieri sera, 23 gennaio, intorno alla mezzanotte un nuovo incendio ha colpito uno degli insediamenti in cui vivono i braccianti nella provincia di Foggia, a Borgo Mezzanone. Fortunatamente, ma si tratta di un caso, nessuna persona é rimasta ferita. Questo incendio segue di 24 ore le fiamme che hanno nuovamente distrutto parte della tendopoli di San Ferdinando, vicino Rosarno, ed in cui tre persone sono rimaste gravemente ferite. Il bilancio di questo inverno si aggrava ulteriormente: solo qualche mese fa un abitante del cosiddetto ghetto di Tressanti ha perso la vita in un incendio, mentre il Gran Ghetto nei pressi di Foggia ha preso fuoco per ben due volte nel 2016. Oltre all’incendio dell’ex Aiazzone a Firenze, in cui qualche giorno fa ha perso la vita una persona cercando di recuperare i maledetti documenti.

Ancora una volta va a fuoco parte degli insediamenti che chi lavora in campagna, come molti altri soggetti iper-precari, è costretto a costruirsi per poter avere un tetto. Oltre ai danni fisici per chi si trova intrappolato dalle fiammo, le conseguenze di questi roghi sono sempre le stesse: quelle che fungono da case per chi le abita vengono distrutte, e negli incendi si perdono tutti gli effetti personali, tra cui anche i documenti. Ad ogni incendio la stampa, le istituzioni e la polizia si occupano della ricostruzione delle cause del rogo. Noi però sappiamo qual’è la vera causa di questa situazione: sono le condizioni di vita a cui il regime della mobilità costringe coloro che non sono in possesso del giusto passaporto, e che quindi sono soggetti alle forme più aberranti di sfruttamento e segregazione.

Da anni portiamo avanti delle mobilitazioni per richiedere quanto è già previsto da contratto per i lavoratori agricoli: una casa per tutti e per tutte. Da anni i lavoratori delle campagne richiedono quanto gli spetta. A questi tragici eventi, ai quali dovrebbero corrispondere immediate soluzioni abitative, segue esclusivamente il silenzio delle istituzioni competenti, o l’annuncio della costruzione di nuove tendopoli o campi container. Nuovi ghetti di Stato, insomma. I veri responsabili di questi roghi sono i comuni, le amministrazioni regionali, il ministero dell’interno che latita dopo l’incontro che una delegazione di lavoratori ha ottenuto al termine del corteo nazionale del 12 Novembre, e le associazioni datoriali che dovrebbero in primis garantire le abitazioni ai lavoratori.

Continueremo la mobilitazione contro tutti i ghetti di stato e per rivendicare una reale soluzione abitativa per i lavoratori e le lavoratrici delle campagne, come per tutte e tutti coloro che non hanno una casa.
Pretendiamo risposte immediate a queste istanze: tra l’emergenza freddo e i continui roghi la situazione è oramai insostenibile.

We Still Need Yes!