La vera voce di Borgo Tre Titoli

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta dei residenti di Borgo Tre Titoli, insediamento informale a pochi chilometri da Cerignola, con cui da tempo portiamo avanti una battaglia per documenti, sanità e rispetto dei contratti per gli operai agricoli. Le lavoratrici e i lavoratori si ritengono gravemente manipolati dalle associazioni di volontariato e da certa stampa, che non solo li dipinge come vittime senza voce ma si presta a fare da megafono ad istituzioni sorde ai loro veri bisogni e interessate unicamente nel mantenimento dell’attuale stato di cose.

Siamo lavoratrici e lavoratori risiedenti a Borgo Tretitoli, un insediamento informale a pochi chilometri da Cerignola dove vivono centinaia di braccianti, prevalentemente africani. Durante l’ultimo anno qui si sono presentati numerosi medici volontari per fornire assistenza medica, dopo che la Regione Puglia ha sospeso i finanziamenti ai medici di Emergency che fino a quel momento si occupavano di questo minimo servizio.

Le modalità con cui si sono presentati questi dottori ci sono sempre sembrate molto strane. Sin dalle prime visite, ci hanno proposto di formare una cooperativa autonoma per noi lavoratori, dicendo che ci avrebbero dato una terra da coltivare. Abbiamo per questo iniziato ad insospettirci, visto che sappiamo bene che per partecipare ad un progetto simile è necessario avere un regolare permesso di soggiorno, che molti di noi non hanno e per il quale stiamo lottando da più di un anno. Abbiamo perciò chiesto a queste persone di lottare al nostro fianco insieme a chi da tempo lo fa (come la Rete Campagne in Lotta), ottenendo un loro rifiuto.

Lo scorso 6 ottobre, il quotidiano ‘la Repubblica’ ha pubblicato un articolo dai toni apocalittici che parla di noi e della nostra situazione in modo derisorio, a firma Paolo Rumiz. È pieno di falsità, e mette in cattiva luce più di uno di noi, che veniamo dipinti come poveri disperati senza voce. Questo vuol dire che siamo stati usati da queste persone, venute da noi solo per una questione di immagine, per interessi personali e politici. Tra l’ altro abbiamo poi controllato le medicine che ci venivano date: quando non scadute, sono tutte in via di scadenza. A conferma dei nostri timori, nonostante abbiamo sempre rifiutato di farci fotografare e di pubblicare immagini dei nostri incontri (perché siamo noi a decidere se e come pubblicare le nostre iniziative) sulle pagine dei loro social e di quelli di Yvan Sagnet, ex responsabile del settore immigrazione della CGIL Puglia citato anche nell’articolo, con il quale venivano nelle nostre case, sono usciti post su di noi violando costantemente le nostre volontà e la nostra privacy.

Da Borgo Tretitoli diciamo a tutti i giornali che hanno pubblicato le parole di queste persone che sono piene di falsità. Abbiamo sicuramente bisogno dell’assistenza sanitaria e del supporto medico, e per questo motivo da mesi abbiamo incontri con la Regione Puglia, richiedendo una efficace e degna assistenza medica per chi lavora in campagna e abita in posti come il nostro. Al momento, ci affidiamo ai servizi di un presidio sanitario a Cerignola, distante molti chilometri dalle nostre case e gravemente carente. Non abbiamo perciò bisogno di medici volontari (che ci “assistono” con medicinali scaduti) ma, come tutte le persone che lavorano e vivono in questo paese, pretendiamo una vera assistenza sanitaria fornita dal servizio nazionale. Stiamo lottando per questo e pretendiamo il rispetto della nostra lotta.

Non abbiamo bisogno di articoli di giornale che parlano di noi come povere vittime: siamo persone che hanno deciso di alzare la testa, tutta Italia conosce le condizioni in cui vivono i braccianti della provincia di Foggia e non solo, e vogliamo che si parli di noi e della nostra lotta, che portiamo avanti oramai da tanti mesi. Abbiamo ottenuto importanti risultati, ma non sono sufficienti e per questo andiamo avanti.

Vogliamo l’assistenza sanitaria che ci spetta, senza la carità di nessuno, soprattutto di chi si approfitta della nostra situazione per un po’ di pubblicità e per sostenere le bugie di un’istituzione che tutela unicamente la sua immagine. Per questo motivo cacceremo via questi dottori che hanno annunciato che si presenteranno a Borgo Tretitoli anche domenica 16 ottobre.

Vogliamo i documenti, i contratti, la sanità come tutti, la casa e il trasporto previsti dal contratto provinciale. Siamo lavoratori e siamo in lotta, e torneremo presto a mobilitarci per i nostri diritti.