EMILIANO E MARTINA: IL VOSTRO MADE IN ITALY E’ SPORCO DEL NOSTRO SANGUE! 29 FEBBRAIO A FOGGIA

Il 29 febbraio a Foggia si è aperto lo sciopero sociale europeo. Un corteo di lavoratori delle campagne, insieme ad altri braccianti da Rosarno, alla comunità pakistana di Foggia, a una rappresenza delle realtà studentesche del territorio, ai facchini di Parma e Bologna, ai migranti dell’Ex Set di Bari, e a gruppi di solidali da diverse città è partito dalla Villa Comunale di Foggia per raggiungere la facoltà di Economia dove si teneva l’inaugurazione dell’anno accademico, alla presenza annunciata del ministro dell’agricoltura Martina e del presidente della Regione Puglia Emiliano. Una mobilitazione che ha visto la partecipazione di più di trecento persone, e ha intrecciato le lotte al di là di settori e categorie, portando in piazza rivendicazioni generali per tutti e tutte.

La sproporzionata blindatura di tutta la manifestazione, dopo che già era stata inviata richiesta ufficiale per l’ottenimento di un incontro con il ministro e i rappresentanti della regione, ha dato la cifra dell’atteggiamento delle istituzioni e dei loro guardiani: pattuglie di celere hanno circondato il corteo che si muoveva per un piccolo pezzo di strada per arrivare alla sede dell’università. All’arrivo, uno sbarramento di transenne, blindati della polizia e dei carabinieri, oltre a numerosi reparti della celere, impedivano il passaggio verso l’ingresso dell’Aula Magna dove si teneva la cerimonia. Nel frattempo arrivava la notizia che il presidente Emiliano non sarebbe stato presente all’incontro, e che il ministro Martina non aveva alcuna intenzione di incontrare una nostra delegazione. Questo atteggiamento di chiusura netta è il volto più chiaro delle istituzioni politiche della regione e di questo paese che fanno la passerella sul prodotto agricolo, ma sono sordi alle necessità dei lavoratori che lo producono, e che da tempo denunciano le gravi condizioni in cui si trovano.

Non contenta della forzatura messa in campo, la questura di Foggia ha permesso ad uno sparuto gruppo di rappresentanti della CISL di poter sostare sul marciapiede antistante l’ingresso dell’Aula Magna. Questa evidente discriminazione ha aizzato gli animi di lavoratori che, vivendo in condizioni disastrose, anche a causa del recente incendio del Grand Ghetto, hanno provato ripetutamente a forzare il blocco. Dopo una lunga trattativa, verso le 13.00 arriva la comunicazione dalla regione Puglia, che finalmente accetta un incontro ufficiale per il prossimo giovedì 3 Marzo. In quella sede, ribadiremo ancora una volta le nostre ragioni: contratti e casa per tutti, trasporto gratutito, consegna dei permessi di soggiorno a chi diventa irregolare a causa di leggi razziste e politiche di sfruttamento.

La mobilitazione di ieri rilancia il percorso avviato da settembre e riprende, ancora una volta, quello iniziato nel 2010 dopo la rivolta di Rosarno, che ispirò la prima giornata di sciopero sociale il 1 marzo dello stesso anno. Nei giorni precedenti la manifestazione, i lavoratori hanno ottenuto le prime vittorie rispetto all’ottenimento dei permessi di soggiorno, consapevoli però che ora più che mai è necessario dare seguito alla lotta. Con l’avvicinarsi della stagione della raccolta del pomodoro si fanno sempre più pressanti le richieste dei braccianti agricoli, per non ripetere l’ennesimo, tragico ritornello di abusi e sfruttamento, troppo spesso letale. I lavoratori, organizzatisi autonomamente dai sindacati confederali e dai partiti istituzionali, hanno aperto un fronte sul quale non hanno intenzione di cedere, per vincere colpo su colpo e migliorare le proprie condizioni di vita, e per lottare contro un sistema che non permette il soddisfacimento dei bisogni di ciascuno.

Noi non ci fermeremo! Non ci arrenderemo! WE NEED YES!
Giovedì 3 Marzo, incontro alla regione Puglia!

BASTA RICATTI – DOCUMENTI E CONTRATTI!