Caso braccianti di Castelnuovo Scrivia: Coldiretti e Cia nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere!

Con l’uscita del nostro comunicato stampa sul blitz di Ispettorato e Carabinieri avvenuto nei giorni scorsi in Bassa Valle Scrivia – solo l’ultimo in ordine di tempo – insieme ai lavoratori interessati, ci siamo attivati, con gli avvocati, per le relative denunce e per chiedere a sindacati e associazioni che si occupano di migranti un impegno ad aprire, tutti insieme, un confronto con la Prefettura di Alessandria per far riconoscere i permessi di soggiorno a questi lavoratori che hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto.

Tutto ciò in applicazione all’articolo 18 del Testo Unico sull’Immigrazione, come, del resto, già avvenuto per i lavoratori irregolari della Lazzaro, quando, a seguito di denuncia, ben 13 lavoratori senza permesso hanno avuto il riconoscimento del permesso di soggiorno umanitario.

Siamo stati supportati in quest’ opera da una buona copertura degli organi di stampa e vogliamo sperare che tutto ciò non cada nel dimenticatoio.

Cogliamo altresì l’occasione per stigmatizzare le dichiarazioni rilasciate a La Stampa mercoledì 27 aprile dalle associazioni padronali – Coldiretti e Cia – che, in buona sostanza, minimizzano i fatti e parlano di poche mele marce in un sistema agricolo fatto di onestà e correttezza.

Sappiamo benissimo – e lo sanno anche loro – che non è così:

oltre al lavoro “nero” e irregolare, nelle nostre campagne le paghe di fatto sono di circa la metà di quelle previste dai contratti di lavoro (non si superano i 5 euro all’ora, quando vengono pagate!), le ore di lavoro retribuite sono di molto… di molto inferiori a quelle lavorate (basta scorrere qualche busta paga!), con conseguente evasione contributiva e fiscale, per non parlare delle condizioni di lavoro e di sicurezza…

Ancor più gravi, se vogliamo, sono le dichiarazioni di un rappresentante della Cia, la Confederazione Agricoltori Italiani, quella “di sinistra”, per intenderci.

Il rappresentante di questa associazione datoriale parla di garanzie di qualità, di rispetto delle regole, di principi etici, tutte cose buone e sacrosante, ma i fatti dicono il contrario e sono in contraddizione – ad esempio -con i comportamenti tenuti in occasione della vicenda Lazzaro Mauro e Bruno, accusati di svariati reati penali (a proposito, a quando l’avvio del processo?) e di grave sfruttamento della manodopera.

In quell’occasione, la Cia, tramite un proprio rappresentante, Paolo Viarenghi, ha assistito l’azienda a tutti i tavoli istituzionali e, non ultimo, sempre Paolo Viarenghi, figura come presidente della società Castelfresco srl, azienda subentrata alla Lazzaro e di cui gli stessi Lazzaro risultano dipendenti (dopo aver prosciugato i conti in banca ed aver acceso un’ipoteca su terreni e fabbricati per 840 mila euro, di modo che oggi risultano nullatenenti!).

L’intera vicenda si commenta da sola.

Ma stiano pur tranquilli lor signori.

Noi non molliamo, soprattutto dopo le sentenze di 1° grado del Tribunale di Alessandria che ha rigettato le giuste istanze dei lavoratori immigrati della Lazzaro.

Andiamo avanti con i ricorsi in appello, con le denunce e le lotte contro lavoro nero e sfruttamento dei braccianti in Valle Scrivia.

Né denunce, né processi, né minacce agli attivisti possono zittirci.

SCHIAVI MAI!

Castelnuovo Scrivia, 29 aprile 2016-04-29

Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia

Sostieni la Cassa di Resistenza

Chi volesse aiutarci, può fare un versamento in posta su carta postapay, al seguente numero: 4023 6006 6943 9400

 

Seguici su Facebook